Un dubbio più diffuso tra i non esperti
Negli ultimi mesi ho discusso di intelligenza artificiale e appalti con un centinaio di persone.
Da un lato, imprenditori e investitori del mondo startup che valutano l’impatto che avrà l’AI in vari settori.
Dall’altro, gli addetti ai lavori: in particolare operatori economici (titolari, uffici gare, uffici tecnici delle imprese che partecipano alle gare) e loro eventuali consulenti, ma anche avvocati di diritto amministrativo e qualche stazione appaltante.
Tra questi ultimi, nessuno ha mai sollevato obiezioni di natura legale - c’è chi aspetta con ansia l’arrivo di potenti automazioni che semplifichino e velocizzino il processo di partecipazione alle gare, c’è chi è più scettico che questa nuova tecnologia possa essere molto d’aiuto.
Invece, chi non è esperto del settore pone spesso il tema della legalità di applicare l’intelligenza artificiale alle gare d’appalto.
La mia ipotesi è che il dubbio sorga perché spesso innovare in molti settori Italiani è complicato a causa delle tante normative.
In questo caso specifico però non sussiste.
Provo a spiegare di più in questo articolo.
La sentenza del Tar del Lazio
Pochi mesi fa, c’è stata la prima sentenza riguardo l’AI applicata agli appalti.
Il verdetto è arrivato dopo che la terza posizionata in graduatoria aveva impugnato l’aggiudicazione elencando tra i motivi proprio l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Notate bene però, la sentenza riguarda l’applicazione dell’AI durante l’esecuzione dell’appalto, non al momento della partecipazione alla gara.
L’AI in fase di gara
L’intelligenza artificiale può essere utile in vari modi quando si partecipa a una procedura aperta, come descritto nel seguente articolo.
Da non esperto del diritto, mi pare difficile immaginare come l’utilizzo dell’AI in questo senso possa essere un problema.
Vediamo le varie fasi nel dettaglio:
Ricerca: da anni ci sono aggregatori e banche dati che aiutano gli operatori economici a trovare gare rilevanti; l’AI può migliorare questo servizio, ma la logica è sempre la stessa.
Analisi: ottenere riassunti rapidi dei documenti di gara è un lavoro intermedio che ragionevolmente ogni azienda può svolgere come meglio crede.
Compilazione: forse questo è il passaggio più delicato, ma mi sembra sensato aspettarsi che finché c’è un responsabile umano che firma i documenti, se si è fatto aiutare dall’AI a preparare le bozze non c’è alcun problema.
Usi impropri
Possiamo facilmente immaginare dei casi in cui l’AI viene utilizzata per scopi non legittimi, per esempio:
creazione di dichiarazioni, certificazioni, documenti falsi: è chiaro che in questo caso il problema è il fine, non il mezzo (le tecnologie per la contraffazione sono sempre in evoluzione, seppur la potenza dell’AI richieda un’attenzione particolare);
accesso automatico ai portali: lo SPID è pensato per essere utilizzato dalle persone, e quindi tutto ciò che richiede tale tipo di accesso non va automatizzato;
contenuti e dati non corrispondenti al vero: l’AI è prona ad allucinazioni, ovvero la generazione di frasi e numeri inventati - direi che è ovvio aspettarsi che se un’azienda consegna dei documenti (amministrativi, tecnici o economici), compilati con l’aiuto di un’intelligenza artificiale, la sola azienda stessa è responsabile per il contenuto, e quindi deve stare bene attenta ad eventuali errori “artificiali”.

